E' riconosciuto che il silenzio è fonte di produttività creativa e fotografare in silenzio e in solitudine è una delle prerogative dei fotografi di viaggio.Il silenzio è creativo Il silenzio diventa per gran parte della propria vita un terreno che viene seminato e coltivato costantemente da pensieri, riflessioni, sogni a volte anche impossibili. Senza distrazioni. Senza rumori. Il silenzio implica una maggiore elaborazione della percezione di se stessi e quindi della conoscenza più profonda delle proprie capacità, con un dialogo introspettivo costante. L’elaborazione connessa tra visioni del mondo esterno e quelle della propria mente porta alla maturazione di un immaginario visualizzabile attraverso forme e contenuti. La Polis greca, massima espressione della città democratica a misura d’uomo, nasce dalla meditazione filosofica. Un’opera d’arte, in fondo. Meditazione creativa che nasce dalla riflessione. Riflessione che nasce dalla concentrazione. Concentrazione che è possibile con il silenzio. Il silenzio è creativo. Ma il silenzio, per essere creativo, deve essere percepito come tale. Percepire il silenzio, ascoltare il silenzio è un esercizio che prevede la capacità di mettersi a nudo con se stessi, il coraggio di esplorare nella propria anima come Francisco Goya e i suoi “fantasmi”, il coraggio di non porsi limiti al pensiero mirando magari all’impossibile facendo proprio il “cogito ergo sum” di Cartesio o il "Solo quelli che provano a raggiungere l'assurdo, otterranno l'impossibile" di M.C.Escher. Immaginiamo di tapparci le orecchie in mezzo a una piazza trafficata. Saremmo indotti ad osservare in maniera più approfondita ciò che osserviamo per compensare il deficit forzato. Il senso della vista concentrerà maggiormente l’attenzione sui dettagli di tutto ciò che ci accade intorno. Allora noteremmo lo sbadato che rientra in negozio capendo che ha dimenticato qualcosa, il resto, la carta di credito o l’ombrello. Il bambino che si macchia la maglia col gelato e accompagneremmo con gli occhi la prevedibile azione della madre che tira fuori un fazzolettino per pulirlo. Capiremmo, anche se con approssimazione, il tipo di reazione dell’automobilista avvicinato da un vigile urbano perché in divieto di sosta. Perché concentreremmo maggiormente l’attenzione sulle espressioni dei volti, riuscendo a carpirne con l’esercizio, ogni lieve vibrazione mimico-facciale che difficilmente possono nascondere rabbia o gioia o altre sensazioni. Il metodo suddetto non è poi così lontano da quello di poeti e scrittori, da artisti in genere che, seduti a un tavolino di un caffè, in silenziosa solitudine, osservano oculatamente nei dettagli, il microcosmo oltre di loro e facendo nascere opere letterarie rimaste nei classici. Dove personaggi descritti in maniera tanto dettagliata possono sembrare realistici, veramente esistiti, ma che invece non sono che il risultato di una fusione di caratteri di più persone, tratti dalla vita reale per creare “quel personaggio” della finzione letteraria o cinematografica.
Alcune caratteristiche di percezione visiva di un fotografo allenato al silenzio
Il silenzio dunque non solo aumenta la soglia di percezione visiva di ciò che ci è intorno come fotografi, ma aiuta ad essere maggiormente creativi. C'è un libro interessante in merito che tratta del silenzio creativo degli artisti sordi nella storia, quelli che non hanno bisogno di tapparsi le orecchie come l'esempio di cui sopra, per intenderci: Il colore del silenzio. Dizionario biografico internazionale degli artisti sordi “L’arte dei sordi un tesoro da scoprire, una risorsa da valorizzare”, così inizia il libro, un volume che per la prima volta raccoglie un’ampia documentazione biografica e iconografica relativa agli artisti sordi italiani e stranieri. Si tratta di un dizionario che racconta le storie di 230 artisti tra italiani e internazionali, dal ‘400 ai giorni nostri. Incisori, fotografi, pittori, scultori, realizzatori di fumetti, inclusi il Pinturicchio detto “il sordicchio” che comunica agli analfabeti e ai deficitari linguistici attraverso le sue immagini. Molti i personaggi nei suoi quadri che parlano con le mani. |
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